giovedì 2 dicembre 2010


Lettera impossibile:


Caro Babbo Natale, vorrei che ci fosse piu' serenita' intorno e dentro me. Vorrei che finalmente piu' persone sapessero fermarsi e sapessero leggere le facce. Saper leggere le facce e' importante perche' si capisce come sta qualcuno, cosa prova, cosa sta affrontando. Vivo in un ambiente distratto e malsano, tutto storto, dove i piu' semplici valori sono completamente ignorati o alterati. E' un ritratto del mondo moderno, niente di nuovo, ma mi manca l'ingenuita' o l'illusione di pensare che esistano ambiti diversi dove ci sia la collaborazione e la comprensione. Credo che questa mancanza si chiami "vecchiaia" ma ancora probabilmente sono troppo "giovane" perche' penso stupidamente che "il sistema" possa in qualche modo cambiare, che si possa parlare con le persone, che le differenze di classe possano essere superate grazie all'intelligenza, alla cultura e soprattutto alla sensibilita'. Ma non e' vero, non e' cosi'. Bisogna prenderne atto e in qualche modo lasciarsi scivolare addosso il disgusto sapendo che non esiste posto al mondo dove non ci si debba scontrare con esso. Mio caro Babbo, mi chiedo alla luce di questi fatti come si possa mettere al mondo un figlio in tempi simili, con che criterio si fa questa scelta. Babbo, se puoi,  solleva le mie spalle, ridammi il sorriso e togli la tristezza che mi trafigge l'anima. E' brutto dover constatare l'ipocrisia, perche' sbatterci contro la faccia toglie il velo di legittimo dubbio che forzatamente vogliamo che rimanga perche' consente di alzarsi la mattina.