lunedì 28 novembre 2005


Percorsi


Quando si e' messi di fronte alle proprie debolezze e' difficile. E' maledettamente difficile affrontarle quando sarebbe molto piu' semplice scappare. E la mia debolezza e' la mancanza di fiducia. Una fiducia che sono riusciti a sfilarmi giorno dopo giorno avendo a che fare con le cattiverie e la scorrettezza. Rimane una disillusione profonda e radicata dopo la rabbia che spinge a fare da soli sempre e comunque. A non chiedere aiuto. Nella sofferenza ho scoperto una pazienza che non pensavo di avere per continuare a mettere un passo davanti all'altro. Ma quello che arriva dal mondo spesso e' anche cio' che abbiamo paura di affrontare. Mi perdo in mille pensieri e mi difendo a spada tratta pronta a sfoderare il sorrido beffardo del "eccoci di nuovo" da rivolgere a me stessa. E non mi piaccio. Continuando a difendersi si diventa piu' fragili, piu' spaventati, piu' vulnerabili... non piu' forti. E' una lezione che sto tentando di imparare con qualcuno che mormora "ti devi fidare di me, voglio solo starti vicino" e arriva a farmi commuovere. Non credevo piu' che avrei voluto accettare la sfida con me stessa per volerci credere davvero. E invece sono qui, e accetto la sfida.


mercoledì 9 novembre 2005

80 anni senza andare fuori tempo.

E’ parafrasando il bel libro di Sandro Ciotti che penso di mia nonna. Una nonna lontana quanto l’altro capo dell’Italia. Amata e conosciuta attraverso le sue marmellate e la pasta fatta in casa. Attraverso quell’arte semplice e casalinga di gusti buoni e biscotti rubati dal tagliere. Di vecchie abitudini e manualita’ tutta da imparare.
Ed ora non c’e’ piu’ tutta questa distanza. Per un po’ la mia nonna stara’ con noi, per godercela ed ascoltarla raccontare. Ed e’ pazzesco sentire cose trapassate e mai sapute.
La guardo mentre dice piu’ volte gli stessi aneddoti e vedo un altro uso della quotidianita’, dei gesti, del rivolgere la parola. Annuso un lontano modo di corteggiare fatto di pazienza e distacco comprendendo appena come si potesse accettare un matrimonio. Eppure quel matrimonio e’ durato piu’ di 50 anni, con i suoi dolori e litigi e gioie e figli. Con i suoi silenzi e dissensi pronunciati in dialetto. Una vita tra casa e famiglia. Tra obblighi e doveri. Senza mai ombra di insoddisfazione.
Ma quello che vedo oggi negli occhi di mia nonna quando parla, e’ pacata tristezza e pure pacata allegria. Sono occhi che si spostano nel tempo, tra i visi e le stagioni, scardinando qualche ricordo rimasto incagliato in una piega della memoria e perdendone un altro… tanto per pareggiare il conto. E di una intera vita, di ricordi ce n’e’ poco piu’ di una manciata, ma io li ascolto e li riascolto, e non so se e’ piu’ bello immaginare dalle sue parole o osservare dalle sue parole il suo viso immaginare.

martedì 1 novembre 2005

STAFFETTA! eppoi ragazzi passo la palla agli amici dei miei link se vorranno cogliere! Ciau

Nome: Penso che lo terro' segreto ancora per un po', mi piace essere Silkstocking!
Soprannomi: Giulia, Ballerina
Numero di candele che avevi sulla tua ultima torta di compleanno: 28
Data in cui di solito spegni quelle candele: 24 Novembre (quindi ci siamo quasi)
Altezza: 165
Peso: 50 scarsi
Colore occhi: verde/marrone
Colore capelli: neri
Colore pelle: chiara
Braccialetti, catenine: perline di una sciamana africana
Cicatrici: nessuna troppo evidente
Operazioni: sono full optional
Giorni in ospedale: ci sono finita un paio di volte negli ultimi due anni per traumi cranici (sara’ per questo che mi sono rincoglionita?)
Ti hanno mai scambiato per qualcun altro? Sì.
Studi/lavori: Lavoro ma lasciamo perdere…
Profumo: Quello della mia pelle
Numero preferito: 5
Fumi: No
Idoli: Fred Astaire 
Ti piace viaggiare: si, ma lo faccio poco
Hai mai dedicato poesie a qualcuno/a? Si, all’insaputa della persona pero’
Te ne hanno dedicate? Non che io sappia


Zone in cui ti piace essere baciato: Varie ed eventuali, perche’ rinunciare a un bacio se c’e’ la voglia e la possibilita’?
Il sogno che non si potrà mai realizzare: sono “Lady In Progress” per cui non voglio porre limiti
Strumento Musicale: Le mie scarpe da tip tap (come suonare la batteria)
Hai mai pensato di mollare tutto e ricominciare la tua vita? Si, spesso. Lo faro’ quando avro’ di nuovo coraggio in me stessa. Quindi spero presto. Ci sto lavorando.
Sogni spesso? Si, sogni belli e brutti

 



Sogno erotico preferito: Non me lo ricordo neppure piu’…

 



Che cosa fa il/la tuo/tua migliore amico/a? Vive con me
Cibo preferito: Quello cucinato da me
Cibo che ti fa più schifo: tutte le cose un po’ viscide (ostriche, funghi & Co.)
Prima portata: Linguine con pomodoro fresco
Seconda portata: il pasticcio di pasta sfoglia della mamma
Dolce: tutti per una persona dolce come me!
Bevanda preferita: latte di mandorla (ma se ne puo’ bere poco e’ pesante da digerire…)

 



Bevanda alcolica: Birra
Gelato: Alla frutta oppure cioccolato

 



Ascolti quello che dicono le persone di te? Solo se sono persone che stimo
Film porno preferito: a dire il vero mi fanno solo un po’ ridere
Hai mai chiamato il 166? No, ho gia’ uno stipendio da fame! 
I tuoi vestiti li scegli al buio o li sceglie qualcun altro? Scelgo io e a volte sto ancora dormendo, ma se voglio mettermi in tiro ci riesco anche discretamente!
Cantante preferito: Ivano Fossati, Paolo Conte (cmq ascolto molto jazz)
Come ti giudicheresti? Una donna che sta cercando di essere libera da se stessa e sta lavorando per questo
Timido o estroverso? Timida e cosi’ sdrammatizzo facendo l’imbecille

 



Sensibile o insensibile? Troppo sensibile
Come ti giudicano gli amici? Migliore di quando mi giudichi io stessa
Le persone del sesso opposto? Speciale, dolce, carina… a volte vorrei vedessero oltre.
Cosa colpisce di te? Bisognerebbe chiederlo a chi viene colpito o a chi mi conosce!
Cosa cambieresti di te? Forse il naso… ma sto lavorando su quello che davvero e’ da cambiare. 
Il regalo più brutto che hai ricevuto? Quello che non ha assolutamente niente a che fare con cio’ che sono e tre paia di calze uguali a tre compleanni consecutivi dalla stessa amica!!
Hai mai fatto a botte? Non seriamente, solo da piccola con mia sorella
Hai mai rubato? Si
Cosa tieni sotto il letto? Solo polvere se non passo il Folletto!
La cosa più stupida che hai sentito dire ultimamente? Semmai e’ difficile sentire cose intelligenti…
La tua fobia: La paura
Ti sei mai pentito di qualcosa che hai fatto? sì.
Cosa? Ho lasciato andare una persona molto importante
La tua cameretta: La mia intera casa e’ piccola, a volte stretta per due… ma accogliente.
Canti sotto la doccia? A volte
I nomi dei sette nani? Brontolo, Gangolo, Eolo, Cucciolo, Pisolo, Mammolo... ma ne manca uno!?!
Sei mai stato bocciato? No, rimandata a settembre
Canta un pezzo di una canzone che ti viene in mente: “Bella, che ci importa del mondo, verremo perdonati un giorno te lo dico io da un bacio sulla bocca un giorno o l’altro…”
Il test è quasi finito. Sei contento/a? mmmh…
Saluta le tre persone a te più care: :-****
Saluta le tre persone a te più antipatiche: Prrrrrr! :-PPPP

martedì 25 ottobre 2005

Piove nella mia anima
ininterottamente da mesi.
Piove e sbiadisce i colori.
Li impasta.
Li annacqua.
Se un giorno evapora
saranno cristalli rimasti alle pareti.
Strane forme
inorganici fossili di un'era infelice.
Delicata architettura
a testimoniare quello che è stato.
O non sarà proprio niente.
Semplicemente fanghiglia di colore indefinito.
Sedimento
in attesa di nuova piena
o del pietoso accorrere
di volontari ad aiutare.

venerdì 21 ottobre 2005

Qualche giorno fa stavo parlando con un amico del colore delle emozioni... una cosa a cui tutto sommato non avevo mai pensato lucidamente.
Insieme facciamo un piccolo gioco. Lui chiede:
- la Passione? - ed io:
- Rosso
- La rabbia?
- Verde
- L'invidia?
- Viola
- L'amicizia?
- Arancione
- La speranza?
- Arruzzo/Blu
- La paura?
- Nero
- L'amore?
- ...
Sorride e mi dice "Ecco, vedi? L'amore non ha colore, perche' l'amore non esiste. E' un insieme di emozioni non una cosa a se stante"
Le argomentazioni sono buone, ma non mi rassegno... non mi rassegno al fatto che l'amore, una emozione fortissima, non abbia colore.
Ci penso ancora il giorno dopo e poi ecco li' a portata di mano la soluzione:
- Se l'amore e' un'insieme di emozioni, allora e' l'arcobaleno!

sabato 1 ottobre 2005

A G. Se te lo avessi inviato, il mio articolo sarebbe stato così.

Erano oltre 8.000 i volumi messi a disposizione dai Presidi del Libro di Vercelli Sabato 24 Settembre nella “Prima Giornata Nazionale del Lettore” per quello che è stato il bookcrossing più grande d’Europa.
Bookcrossing, ovvero “scambio letterario”, è un modo nuovo e geniale di diffondere cultura creando una biblioteca senza confini, dove i libri possono essere trovati sui gradini, le panchine, in un angolo qualunque di una strada. Il volume è lì, in attesa di un lettore che può prenderlo liberamente per poi metterlo nuovamente in circolazione, lasciandolo in una stazione, su un treno, in una piazza qualunque, a disposizione del prossimo lettore,
L’immagine ha in sé un’atmosfera dal sapore semplice ed antico, di rispetto ed attenzione per la carta stampata. Un sapore che la realtà purtroppo svela assai più amaro quando quel rispetto ed attenzione viene meno, sorvolando appena su chi considera i libri al pari di verdura da supermercato. Al termine della giornata il bilancio è che ogni volume è stato raccolto dai molti vercellesi e non accorsi per l’evento. Rimane la speranza che l’inizio di un viaggio per un libro sia anche l’inizio della vera consapevolezza che la cultura non dovrebbe avere limiti o confini, oppure essere appannaggio di pochi. In questa iniziativa c’è l’ulteriore speranza di trovare libri anche in tempi e luoghi inaspettati, perche’ la cultura è libertà di scelta e di pensiero. La cultura è ancora e sempre consapevolezza, iniziativa e saggezza.

venerdì 23 settembre 2005

Vi sento bastardi! Lo so che mi state guardando. Non a me rivolgete i compassionevoli sguardi. Indietro! Lontani! Non ho bisogno di misero aiuto. Queste gambe mi spingono avanti. La mia forza e il dolore. Ma che ne volete sapere di cosa vuol dire. Come credete che sia stare male in mezzo a una strada. Stracci miseri di carne, sudore e saliva.
Lontani da me! Andate vi ho detto! Non cedo alla vostra pietà. Finché avrò questo cuore. Finché starò retta. Non cedo alle vostre lusinghe.
Io sbando, io tremo, mi piego, io barcollo, ma è sorte che devo accettare.
Tu! Lì, a destra! Ti avverto, non ci provare! Ti sbagli a pensarmi qui inerme. Ti aspetto con queste mie forze. La testa non mi abbandona. Ancora riconosco intenzioni.
Bastardi! Non mi ingabbierete, lo giuro su Dio! E va bene, spegnete le luci! Io vi vedo lo stesso. Vi vedo per quello che siete. Ombre nere e maligne abbassate i compassionevoli sguardi. Non ho bisogno di misero aiuto.


mercoledì 21 settembre 2005


Un piccolo omaggio

La notte è passione, lussuria,
creatività, movimento
di corpo e di mente.
La notte è immagini, è sogni
ad occhi aperti o dormendo.
E’ colori per ogni genere e tipo.
La notte è buio e paura.
Illusione svanita. E’ silenzio, solitudine
e morte.
La notte è più buia del buio,
è fredda ed abbraccia.
La notte è le stelle, coperta di luci.
Ladra emozione, sfuggente deruba.
E’ ombra che sale, avvolge, riempie.
E’ isola
tra porti assolati.
La notte è un incanto per mille parole
ed altrettanti silenzi.
E’ gioco di mani, di bocche
e dolcezza.
La notte è sorella,
guardinga compagna.
E’ implosa pazzia di vasti timori.
Odore acuto e pungente, fastidio di ossa.
La notte è severa,
giustezza che sfida intenzioni.
Accoglie, domanda, equilibrio apparente.
Amica e nemica
nel tempo che avanza.


giovedì 15 settembre 2005

Si puo' essere in ogni luogo e in ogni tempo ma ovunque ci sara' sempre la vecchia cara Rete. Porto sicuro a cui approdare. Un porto senza precise coordinate geografiche, dove siamo parole senza volto ne' sostanza. un porto dove ci si incontra, si discute, ci si sente meno soli talvolta o semplicemente al sicuro dall'essere dispersi e senza dimora.


Vi ringrazio per i commenti al mio precedente post, e vi ringrazio davvero per esserci.  Un abbraccio grande.

lunedì 5 settembre 2005

Nell'aria c'e' Autunno. Non fa dormire, rende malinconici e fa tornare sui propri passi amici e fidanzati del passato. Ci vorrebbe un antidoto. Penso si siano invertiti i ruoli, adesso diciamo "valli a capire gli uomini!". Eh gia', perche' dovrebbero darli con le istruzioni per l'uso. Cosi' capita di ritrovare persone che per un verso o per l'altro sono riusciti a deludere e a ferire, ripresentarsi alla porta come se nulla fosse accaduto, alla ricerca impossibile di chissa' quale riabilitazione... Non nego disponibilita' e buone intenzioni nei confronti di nessuno, ma di fronte a eclatanti scivoloni non riesco a tenere lo stesso comportamento di prima. La delusione in un rapporto porta a un cambiamento, al ridimensionamento delle proprie aspettative, alla consapevolezza della natura di chi ci sta nuovamente di fronte. Il dilemma e' se rimanere perplessi ed accettare un relativo interesse amicale senza piu' verve oppure chiarire, con una sfuriata o una imprescindibile calma zen, le questioni in sospeso. La risposta probabilmente e' valutare quanto il gioco valga la candela e fare di conseguenza... che fatica pero'.

sabato 27 agosto 2005

Storie d'Ufficio


Agosto. Tempo di mare, vacanze e relax.
Non per me che, per mia scelta è chiaro, lo passo lavorando alacremente.

SilkStocking prende posto alla tastiera. Alla sua destra il collega già si concentra per il tiro. Nella mano rigira nervosamente la pallina autoprodotta. La tensione è palpabile, signore e signori. Il piede saldamente ancorato alla terra del monte di lancio. Ora flette le gambe. Sposta il peso all’indietro. Carica il braccio e… STRIKE!
Il ricevitore gira su se stesso. Scaglia a terra l’improvvisata mazza ed avvia una concitata discussione con l’arbitro. Niente da fare. ELIMINATO.

E in quel preciso istante, dalla porta, entra il Capo del Personale.

Il battitore, in un unico fluido movimento, nasconde in tasca la seconda pallina autoprodotta.
SilkStocking sprofonda al riparo del video e fa concitati segnali al battitore. Un nuovo schema? Un’altra tattica di giuoco? No dannazione, stoppa la musica!

E poi, come ogni vera squadra, sorridono. Uniti anche nelle avversità.

giovedì 25 agosto 2005

Inclino la testa. Note sfuggono dal pianoforte.
“Mi incanti… Quale segreto tra quei tasti?”
“Solo l’anima, amica mia”

martedì 23 agosto 2005

Sto come un giorno senza pioggia e senza vento
di cui potersi lamentare.
Come terra presa a schiaffi
da piedi nudi a intirizzire.

Come una caffettiera stanca,
brontola e vomita il suo scuro tesoro.
Una radio gracchiante notizie uguali dal mondo
mentre indossa un orario spiacente.

Sono una canzone graffiante e graffiata
da ogni scaltra puntina sottile.
Anima fiera
di un tronco curvato.


                              Silk

sabato 13 agosto 2005

Su Buzzati      


Ventinove anni e chilometri d’inchiostro snodati con pazienza dalla carta, sotto l’ombra di buon Jazz.
Pensi quasi di essere al sicuro. Stai al sicuro con un libro tra le mani, in un tempo che è una corsa ad immagini da rabbrividire ed emozioni sempre troppo forti. In un tempo dove ogni senso deve stare allo scoperto. Con un libro tra le mani sei al sicuro.
O così credi. Finchè leggi un racconto di Buzzati.
“Mai letto niente di Buzzati…”, “Leggilo, please. I racconti soprattutto. Ti perdi qualcosa”.
Ed è vero. Perdi qualcosa se lo ignori e se lo leggi ti perdi nelle emozioni che ti dà. E ti perdi nelle disserzioni della critica sulla tecnica narrativa usata dall’autore e ti accigli cercando di capire.
Tutto vero e lo sai bene.
Ma non è solo la tecnica, non è solo la superba conoscenza delle parole, non è solo quel linguaggio semplice e lineare. Quello che ti arriva quando di Buzzati leggi anche un solo unico racconto, non sai bene che cos’è, ma è.
Si fa strada entrando dai tuoi occhi, scarta in basso dribblando il cervello ed arriva sapientemente ai nervi.
E ci rimane.
Continui a leggere e non vorresti, perché sei tutt’altro che al sicuro.
E sei fottuto e innamorato. Di quella roba lì.



giovedì 11 agosto 2005

Esperimento n.3



“Ma tu sai come viviamo qui dentro? Bianco il pavimento, le pareti. Bianco anche il soffitto. Appiccico l’orecchio al muro, per cercare di sentire qualcosa, un suono qualunque. Niente. Hanno eliminato tutti i rumori”. Parla, mezza storta sulla sedia. Addosso il peso di uno sguardo greve. “E le luci, non spengono mai le luci...” Parla, e il torpore si fa strada sottopelle. “Non riesco a dormire”. Sul dorso delle mani. Nella punta delle dita. “Maledetto silenzio”. Prende fiato. Aghi in tutto l’avambraccio. Gli occhi riflettono sgomento. “Manca l’aria…”. Tace.
Il silenzio è la battuta che continua a recitare. Troppo a lungo. Prova a stendere le dita. Bloccate, come artigli. Guarda il pubblico e non vede. Paura è ora l’ombra nella mente. Sale dalle braccia. Accarezza il lungo collo. Sorride. E taglia di netto il respiro.
Dalla quinta esce qualcuno. Perentorie quattro semplici parole
“il tempo e’ scaduto”.
Buio.

sabato 6 agosto 2005

Oggi e’ decisamente una giornata un po’ pessimista, qualunque cosa io scriva il retrogusto che si sente ha una tristezza di fondo… chi legge e’ avvertito!
Bisognerebbe avere piu’ timore a dire a qualcuno che e’ speciale perche’, se lo siamo cosi’ tanto, come mai le persone che tali ci definiscono con un nulla si volatilizzano? Non credo ci sia una svendita di persone “speciali” al supermercato che sia cosi’ facile incontrarne… Forse la verita’ sta nell’idealizzare aspettative troppo alte che con poco vengono deluse e la persona speciale continua da sola come un gambo di sedano!
Piu’ vado avanti e piu’ mi rendo conto invece che l’essere umano in fondo e’ un insieme di difetti, errori, nevrosi e debolezze.
E’ chi accetta in un altro questo strano miscuglio e ha voglia di capire e andare oltre che forse e’ davvero una persona speciale. Ma credetemi, non sono poi cosi’ tante...

A chi mi ha detto piu' di una volta che sono speciale e a chi e' stanco di essere solo, dedico le riflessioni di questo bianco sabato pomeriggio.

mercoledì 27 luglio 2005

Un altro  raccontino nuovo nuovo


C'e musica in questo pomeriggio d'agosto nella assolata piazza centrale. La band dispensa jazz indolente, sinuoso, che avvolgente si insinua nelle fessure, scorre tra la pavimentazione di pietra ed arriva a riempirmi il bicchiere. Delle poche anime oltre la mia ad assaporare questo confuso cocktail ognuna è un sorriso a seguire la ritmica che si attorciglia su se stessa.
Anch'io sono un sorriso che si allarga sotto un paio di occhiali da sole che celano il mio sguardo mentre si incrocia con quello del sassofono tenore altrettanto celato. Entrambi sappiamo che ci stiamo osservando, nascostamente da lontano, in un gioco divertente e crudele che dura da tanto, troppo tempo. Entrambi sappiamo e rimaniamo ognuno diligentemente al proprio posto fino alla fine, fino a quando anche l'ultima nota, l'ultima goccia di suono finisce di vibrare nell'aria.
E' questo il momento, l'attimo per passare dall'indolenza all'azione. Il sassofono viene riposto delicatamente nella custodia con attenzione infinita, unico vero amore al quale il musicista rimarrà per sempre fedele. Ancora nella retina mi e' rimasto il riflesso lucente dell'ottone mentre, con lento incedere, il sassofonista già si dirige verso di me.
E' un tuffo al cuore e nel tempo che mi riporta a dodici anni fa. Ancora e sempre intatta la stessa sensazione persistente sotto pelle. E' vicino e non intendo ricambiare lo sguardo attraverso lenti scure, questa volta voglio vederlo in tutti i suoi colori e non mi sbaglio. Tra noi poche e futili parole a fronte di grandi silenzi carichi di significato, di comprensione e di ricordi condivisi e spezzati anzitempo.
Esattamente come la mia mente lo ricorda, i suoi occhi azzurri nei miei, la carnagione abbronzata, l'unica persona capace di indossare jeans e camicia a maniche lunghe nel bel mezzo del mese di agosto. Non so cosa pensa mentre mi guarda ma so che il mondo intorno sparisce, sbiadito come un banale acquarello, io e lui uniche forme ancora integre ed intatte, legate dal misterioso filo che ci unisce inspiegabilmente da quando una sera come tante, per la prima volta, il pubblico svanisce e solo il suono tenore del sax attraversa magicamente la sala.
So che ho poco tempo per dirgli parole che non escono dalla mia bocca e per non sentire le sue diventante negli anni ormai trasparenti. Poco tempo per l'impensabile azione di sentire ancora una volta al tatto la sua pelle.
Il campanile rintocca il conto alla rovescia ed infine nel silenzio riprendo il respiro e sorrido dicendogli che e' ora di cena, l'ora di tornare dalla propria moglie.
Ci salutiamo avvicinandoci l'uno all'altra ed ancora il suo profumo persiste nell'aria mentre già si allontana. Lo riconosco, e' ancora, sempre, lo stesso di dodici anni fa.

domenica 24 luglio 2005

Un raccontino


Odore pesante e oleoso che si sente in tutte le stazioni. Accarezza i capelli, si ferma sui vestiti, persistente e invisibile rimane sulla pelle e ci ricopre come fossimo parte integrante della banchina. In mezzo alla moltitudine anche io sto lì, dondolando prima su un piede poi sull’altro in una strana dimensione che non è silenzio ma neppure rumore indistinto. È piuttosto rumore organizzato, sempre uguale ad ogni partenza ed arrivo di un treno, lontano, vicino, voci sovrapposte.
Continuo ad oscillare il mio peso, abbozzo due passi, mi volto ancora a guardare l’orologio sul muro. Poggiato all’enorme pilastro di pietra c'è un ragazzo, che fuma.
“Ritardo: 5’”, sospiro sperando che non si moltiplichi e mi sposto di lato trovandomi a ridosso di una panchina di marmo dall’aria gelida anche nel mese di giugno. Un cane mi guarda, forse abbiamo lo stesso stato d’animo, l’attesa, e di nuovo abbassa il muso sulle zampe anteriori, quasi mi metto a uggiolare al suo posto. Ed invece raddrizzo la schiena, allungando le braccia, illudendomi di poter prendere l’iniziativa e finalmente partire.
“Il treno num.. prov…ente da TO-RI-NO POR-TA SU-SA per MI-LA-NO CEN-TRA-LE è in arr.. al binario tre”. La voce registrata mi coglie all’improvviso dal troppo aspettare ed un neonato comincia a frignare con ovvio tempismo. Non importa, è il nostro treno, ci siamo, e la banchina è davvero colma di gente che si allunga per tutto il marciapiede senza oltrepassare la linea gialla.
Salire è un’impresa, trovare posto poi è quasi impensabile in ogni orario di un qualsiasi giorno lavorativo, ma oggi è sabato. Ci si accalca comunque, ma trovo un cantuccio dove accoccolarmi per i prossimi cinquanta minuti a leggere, a sonnecchiare, ad incontrar qualcuno o a guardare l’impasto di colori che scappano indietro veloci, chissà.
Il treno è partito da appena dieci minuti che un ragazzo seduto poco più in là si alza, si allontana, rallenta, si volta, prosegue, si ferma e torna indietro titubante. Con aria accigliata allunga lo sguardo sul fondo del vagone appoggiandosi ai sedili per controbilanciare l’andatura barcollante del treno su cui stiamo. Ancora qualche passo, mi si affianca, io lo guardo e lui chiede: “Scusa, sai dov’è il bagno?”. Glielo indico e prosegue senza esitazioni.
Dunque, stavo allungando le gambe e decidendo se prendere il libro che ho con me o piuttosto rimanere nel dolce far niente. Forse deciderò di godermi la sospensione di tempo tra l’essere partiti e non ancora arrivati, una sorta di oblio personale e tascabile. Un momento di pausa mentale, che non è riposo ma neanche riflessione. È solo il “niente”, è come il gioco di trattenere il respiro. Mi sento così…
“hola segnorita, que pasa?”. Esplode una bolla.
Lo sguardo accigliato sul fondo del vagone ha lasciato il campo ad un sorriso smagliante. Incrocio due occhi mori come la capigliatura, la carnagione ed il temperamento.
Sorrido divertita e rispondo: “Bene… hai trovato il bagno?”.
“Sì, è bastato chiedere, no?”
Con un nulla ci mettiamo a parlare. Gentilmente chiede se può sedersi di fronte a me. Indovino la sua origine messicana invece che spagnola. Lo trovo frizzante, è aria fresca nell’atmosfera stantia di un treno che viaggia sotto il sole. A lui piacciono i miei occhi e me lo dice, fa un po’ lo svenuto, per scherzo oppure no risulta simpatico. Viene da Città del Messico e me ne racconta. Dice che ha studiato per fare la guerra, lo immagino con una divisa da soldato o chissà, ma eccolo a Milano a cercare, trovare un lavoro.
E parliamo, ridiamo e mi ritrovo in un altro posto, in un'altra vita e vedo le stesse cose in un altro modo.
Il treno viaggia e il nostro tempo è contato: cinquanta minuti. Passiamo Novara, Magenta, arriviamo a Rho. Tra dieci minuti saremo a Milano senza più tempo.
Mi guarda e gli piacciono i miei occhi. Sa ballare la pachanga ed io sono una ballerina di tip tap.
Ma quale piccola magia fa incontrare su un treno due persone così simili e diverse?
Stazione centrale, ventitré binari, una moltitudine di passeggeri.
Scendiamo e ci confondiamo tra la gente, due come tanti, ci fermiamo dove non c'è troppo via vai, mi chiede un numero di telefono che non gli do.
Gli porgo invece la mano, la prende e la bacia e come accade quando già le situazioni sono più che singolari, il destino decide di spingerle all’assurdo. Si avvicina un signore distinto e ci impartisce una sintetica lezione sulle regole del baciamano. Poi se ne va via di fretta, a prendere un treno.
Luìs mi guarda, sorride, chiede se può abbracciarmi: sì, può.
E poi anche lui se ne va.

mercoledì 20 luglio 2005

Blog? Si’, grazie!

Inizialmente pensavo che scrivere su un blog fosse una cosa stupida… ho sempre tenuto un diario… piu’ diari fatti di molte frammentazioni e lunghi periodi di silenzio. Un diario e’ qualcosa di infinitamente personale, un posto dove davvero si mettono a nudo le debolezze, i lati peggiori, i momenti piu’ neri… un blog invece rimane una sorta di via di mezzo tra la finzione della realta’ quotidiana e la verita’ piu’ profonda di noi stessi che (almeno io) voglio rimanga discretamente privata… e quindi? Quindi dato che i compromessi non mi piacciono un granche’ ammetto di aver pensato che scrivere su un blog fosse una cosa stupida. Ma questo “compromesso” ha finito per conquistarmi e continua a farlo di giorno in giono. Pensare che qualcuno possa leggere e’ da una parte una limitazione ma fornisce anche un giusto equilibrio a cio’ che si puo’ scrivere (anche per un velato senso di riservatezza per la propria intimita’). Trovo stimolante leggere commenti di qualcuno che mi sembra di vedere annuire riconoscendo sensazioni, malesseri, stati d’animo comuni. E’ ugualmente stimolante leggere commenti magari di qualcuno poco in sintonia… perche’ fa riflettere, fa tornare un attimo coni piedi saldi alla terra, impedisce in qualche modo di lasciarsi andare alla deriva, in qualche modo fa sentire che esistiamo, qualcuno legge, scrive, ascolta.
Si instaura un confronto, si entra nella vita di qualcun altro pur non sapendone quasi nulla. In quali altre occasioni questo e’ possibile? Al di la’ del video… dei pixel… degli impulsi che attraversano le fibre ottiche c’e’ comunque una persona vera ed esistente, che ha la propria vita, i propri problemi e sicuramente (come tutti) poco tempo, ma trova il tempo per dedicare un commento, un abbraccio, un sorriso.
Come potrei non trovarlo emozionante?

giovedì 14 luglio 2005

Una volta un amico mi ha chiesto di cosa avessi paura… me lo ha chiesto parecchio tempo fa e ho continuato a snocciolargli una tiritera della quale comunque ero davvero convinta.
Ora so (o almeno comincio a sapere) che davvero ho paura… Paura non tanto di morire ma di rimanere in quella sorta di meta’ strada vegetativa e ahime’ cosciente della propria condizione. Ho paura di non poter piu’ fare cose che mi danno gioia e sono parte di cio’ che sono. Ho paura di non poter piu’ esprimere me stessa attraverso il mio corpo. Ho una gran paura di non saper amare e non sapermi fidare piu’ di nessuno . Credo di cercare (e riuscire) ad allontanare le persone, cosi’ da non rischiare di vedere che in realta’ non mi amavano e probabilmente non mi avevano mai amato. Ho veramente paura di rimanere sola con me stessa e guardandomi in faccia vedere tutti i miei difetti. Ho paura che non riusciro’ mai a chiedere scusa e dire ti voglio bene a tutti quelli a cui tengo di piu’ al mondo fino a che non sara’ troppo tardi. Ho paura di perdere coloro che amo e di rimanere da sola.
Lupi!

Lo spirito di una donna


Da lontano
ogni giorno
ti osservo.
I tuoi umori
e colori
con i miei,
costretti
convivono.

Prigioniera a volte mi appari
di un’armatura invisibile.
Enigmatica e volubile
come foglie battute dal vento.

So che se vuoi
puoi conquistare radici,
unirti alla terra
che nutre ed appaga.
Di stupore
riempire il tuo viso
scoprendo la luce profonda
di un’anima
così varia e inattesa,
che rifiuta la placida quiete,
ed è lì che ti attende
e pretende,
di rimanere destata.


                            Silk

domenica 10 luglio 2005

Chi ha paura del lupo cattivo?

E mi sembra che di questi tempi di lupi in giro ce ne siano parecchi.
Lupi da cui difendersi a livello sociale e lupi da riconoscere fuori e dentro di noi.
Vorrei evitare facili e banali commenti sui fatti successi a Londra, evitare commenti su cio’ che e’ giusto e sbagliato, su cosa sia l’orrore, per quanto tante riflessioni si impongano nella mia mente. Per un po’ avremo tutti paura l’uno dell’altro, qualunque sia la religione e qualunque sia la cultura perche’ ogni volta che accadono avvenimenti di questo genere, l’intelletto globale viene minato nel lento e difficile percorso che dovrebbe portare a capire, a tollerare e a convivere apprezzando la bellezza della diversita’.
Poi ci sonoi lupi che ci mordono dentro e che sono ancora piu’ difficili da vedere e da stanare.
Sono in attesa, ti guardano con occhi attenti, e si chiamano Tristezza, Solitudine, Incomprensione, Stanchezza… sono lupi che in questo ultimo periodo mi sento veramente alle calcagna, che ogni tanto mi raggiungono ed ogni tanto lascio indietro. Una piccola vittoria e una piccola sconfitta, ma non sempre purtroppo il rapporto e’ uno a uno.
Fanno paura… mi fanno paura… e ogni tanto mi sembra davvero di soccombere…
Ma ho imparato a perdere con loro, vincere e’ impossibile, perche’ richiederebbe un atto di sopraffazione che e’ una delle loro armi, non la mia.
Allora sorrido, allargo le braccia e mi dico “ok, sono qui, lasciati prendere…accetta quel che viene…” e a volte piango pensando che la fine e’ vicina ed invece mi addormento e vedo una nuova alba, un nuovo giorno che si affaccia alla finestra… e i lupi sono incredibilmente lontani da me.
E’ un esercizio estenuante, non ho poi molta scelta ma i lupi non hanno armi contro chi decide di essere sopraffatto e di perdere tutte le volte contro se stesso.
Ecco la mia piccola vittoria fino alla prossima battaglia ricordando una vecchia canzone che diceva: “Chi non ha paura di morire, muore una volta sola”.

giovedì 30 giugno 2005

Impressioni a pelle


Nella scelta della persona che vorremmo al nostro fianco, quanto incide quella sottile sensazione che avvertiamo sottopelle quando si conosce qualcuno? E’ quella che puntuale ci avverte se con una persona puo’ funzionare oppure no.
Probabilmente c'e' chi non la sente neppure e chi come me ce l’ha invece ben presente.
Ma la decisione se provarci ugualmente e' un altro paio di maniche... perche' a volte, anche se si ha la certezza che non e' il caso di cimentarsi in un rapporto, lo facciamo lo stesso.
Sinonimi di INNAMORAMENTO sono anche RISCHIO e SRAGIONEVOLEZZA ma lo sono anche di semplice… CURIOSITA’?
Perche' siamo così pronti a buttare all'aria le nostre eloquenti sensazioni per ritrovarsi feriti nel gioco al massacro di cui gia' avevamo certezza?

Qui non si parla di cuore o ragione (l'immancabile luogo comune non potevo farmelo sfuggire!), qui si parla del perche' a volte si ha voglia di fare la cazzata di tentare la sorte, sapendo gia' nel profondo di se stessi che la puntata e' fallimentare:
per attrazione/passione?
per un riscontro economico?
per ingenuita'/sindrome dell'HAPPY END?
per amore del rischio?
per autodistruzione?
per non restare soli?
Perche’ tutto sommato ci piace credere ancora e sempre nell’Amore?

venerdì 24 giugno 2005

Pausa di riflessione.

Ci sono dei momenti in cui e' necessario prendersi delle pause di riflessione e questo vale anche da se stessi. E' necessario, quando la rabbia ci impedisce di vedere e di andare oltre. Sto scoprendo che invecchiare non sempre e' un processo lento e graduale ma a volte capita che all'improvviso non riesci a fare cio' che hai fatto fino ad un attimo prima, non riesci a muoverti come sai di aver sempre saputo fare, non riesci a vivere senza avere paura per te stesso.
La rabbia mi ha abbandonato di fronte allo stupore per gli eventi e ha lasciato spazio all'insicurezza, alla fragilita', alla paura. Non so sinceramente se e' un passo avanti o tre indietro, quello che so e' che ci sono lati di me che non mi piacciono ma adesso forse riesco a vederli con piu’ chiarezza.
Sicuramente finche' non riusciro' ad accettare cio' che sono (e che e' molto lontano dall'essere perfetto come vorrei) sara' difficile per me smettere di tendere verso l'autodistruzione e finalmente volermi bene, finalmente poter credere che qualcuno possa trovarmi speciale semplicemente per come sono, anche per i miei alti e bassi e i miei chiari di luna.
Quando smettero' di vergognarmi dei miei sentimenti e decidere di lasciarmi dolcemente andare?
Ho incontrato una persona che si e' rivelata molto piu' fragile di quello che voleva far sembrare. Una persona che per qualche verso mi somigliava, e ho scoperto che non sarei riuscita a stargli vicino. Troppa energia che sinceramente in questo momento non ho, ma intanto mi ci sono specchiata dentro e ho visto la mia immagine riflessa. Adesso so che e' terribilmente difficile trovare qualcuno che possa stare accanto a me perche' probabilmente non ci starei io stessa.
Quindi forse e' il caso che cominci a fare proprio questo, vivermi per quello che sono, fino in fondo, con le mie paure, i miei difetti, la mia tristezza... ammettendo di essere noiosa e troppo cerebrale ma ammettendo anche di essere capace di momenti di straordinaria commozione.

lunedì 2 maggio 2005

Ma che casino!!!! qui sopra hanno cambiato tutto non riuscivo piu' a fare un post, mi dava errore! Roba da chiodi!


Scusate l'assenza causa lavorativa... ma sono di ritorno!


;-)

domenica 10 aprile 2005

8_____________________


Amikinont'amanonamikit'ama... Stefano Benni dice che e' un vecchio dio greco un po' burlone che gioca mentre ci guarda a tutti quanti...

Altra riflessione:
Le relazioni extraconiugali durano di piu' dei matrimoni...
E' facile innamorarsi di un uomo sposato, perche' riserva all'amante la parte bella e piacevole della relazione e rifila alla moglie tutte le sue lagne. In compenso l'amante durante le feste rimane da sola... comunque sceglierei di fare l'amante, indubbiamente!

Riflessione 3 (sara' la fame... poi vado a pranzo da mamma')
A qualcuno e' mai capitato di stare assieme ad una persona (anche da un po' di tempo peraltro) e ad un certo punto di avere paura (magari mentre passeggiate mano nella mano...) che questa possa farvi del male fisico?

mercoledì 6 aprile 2005

7_____________________


Quello che mi fa alzare la mattina e' rabbia con cui darmi forza...
quella con cui vado a dormire la sera e' adrenalina pura...

Danzo come espressione di me stessa, dei miei sentimenti. Danzo per
dimenticare tutto quello che non va. Mi spoglio di cio' che non ha
ragione d'essere o lo trasformo in atto creativo, lo uso e lo sfrutto e
ogni volta mi scopro diversa.
Danzo per sentire il mio corpo, sentire la passione e il sudore che
scende dalla fronte o che mi corre lungo la schiena nuda... Danzo e
sento il completo controllo dei muscoli e dei nervi, e li vedo definirsi
riflessi alla luce dello specchio. Sento l'energia che la terra su cui
danzo mi restituisce, si attorciglia in un vortice attraverso me e poi
sale verso l'alto... La Danza, se prima le cedo me stessa, mi lascia
piu' ricca nella percezione di quel che mi circonda e allora posso
davvero sentire l'emozione e l'energia di chi danza assieme a me, persi
nella musica che crea la pulsazione, che sostiene ed accompagna, che
comanda la velocita' del movimento.
Danza e' improvvisazione sul controllo e sulla tecnica, e' uscire dagli
schemi e dalle regole, e' avere radici come un albero e grandi rami che
si agitano nel vento.

Danza e' un'arte che esiste e che qualcuno puo' vedere nel momento in
cui si danza... quando si smette rimane il ballerino, e la Danza
improvvisamente... non esiste piu'.

martedì 5 aprile 2005

6_____________________
Eccomi qui... leggendo i blog ecco che mi si ripropone nella testa nuovamente il quesito, soli o single? ma oggi direi... soli, single o in coppia?
Io sono una che si definisce "sola", ma non perche' non abbia amici oltre che attualmente fidanzati, ma perche' semplicemente non mi spaventa il fatto di dire che sono da sola.
Il termine "single" oltre che un po' fighetto, mi sembra un rimarcare una smaccata predisposizione alla caccia... ovviamente tutti, io compresa, siamo sempre a caccia: di una bella storia, di un uomo di cui innamorarci o semplicemente di una scopata, ma e' cmq un termine che mi sembra un po' finto e forse rende ancora di piu' l'idea di una tristezza di fondo.
Sono sincera dicendo che mi sto godendo questo mio periodo di singlitudine, mi diverto, esco, soprattutto danzo, tengo i ritmi che mi pare, flirto... ho ben cinque uomini che mi ronzano attorno e che mi diverto a lasciare li' sulla corda (lo so, sono un po' malignetta!) ma, se non fosse chiaro, vengo anche io fuori da una storia "oscura e travagliata" e per un po' mi basta.
Schiumiamo in massa appresso a storie ai limiti dei confini della realta' che hanno dentro proprio tutti quanti gli ingredienti: tradimenti, incomprensioni, difficolta', esaurimenti nervosi... quando finiscono siamo ridotti in mille pezzi, arrabbiati e con la voglia di vendetta... poi passa qualche mese, arriva la primavera, l'ormone si risveglia... ed eccoci pronti a sbroccare in un'altra storia magari piu' tempestata della precedente!
Ah, l'Amour....ma perche'?

domenica 3 aprile 2005

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Oggi sono qui con nella testa la notizia che il Papa e' morto...

Non so nemmeno perche', sara' il risalto che gli stanno dando i mass media... io non sono una persona religiosa per quanto cattolica, mi definisco piu' che altro spirituale, non perseguo nessuna linea, a dire il vero credo di aver anche dimenticato le preghiere che dicevo da bambina... ma credo nel ciclo delle cose, nella natura che muore e rinasce, nella bellezza di un albero che sempre al momento giusto mette le nuove gemme, nella forza della terra che per quanto avvelenata e violentata continua a darci energia, calore, e frutti...

Da un bel po' di tempo a questa parte penso che siamo inglobati in un modello di societa' che ha determinate regole e che funziona su quelle regole, quindi chi riesce a emergere - non solo capi di stato, governo ecc., ma anche solo responsabili d'ufficio, amministratori delegati od imprenditori - sia inevitabilmente integrato nel sistema e quindi queste persone alla fine siano piu' o meno tutte uguali. Un modello che personalmente non apprezzo.

Se potessi vedere invece una persona normalmente catalogata come "rompicoglioni" (e lo dico nell'accezione per me piu' positiva del termine!!!!!) riuscire ad arrivare in una tale posizione e sfruttare appieno le potenzialita' della stessa, mi riempirebbe il cuore... perche' fino adesso ho visto il mondo girare all'incontrario, uccidendo le persone di valore, di coraggio e di pensiero!

In questo sistema storto e corrotto penso che sia una vera utopia!

Ma mi rimane una domanda come un tarlo: io che cazzo sto facendo nel mio piccolo per migliorare le cose?

venerdì 1 aprile 2005

INSIEME
Attraverso il vetro
un cielo bianco,
respiro acqua,
e' sudore che sento
sulla pelle.

Ma dentro, il gelo.
Inarrestabile
si fa strada fino alla punta delle dita.
Estate fredda,
invadente,
egoista.
Estate che non si capisce.

Non so come fare
e rimango in attesa,
qui,
dietro il vetro,
che forse e' gia' rotto.

Tristezza mi morde la faccia
scende e si allarga
come ombre
per terra.
Da dove giunga lo ignoro,
con chi e' arrivata e' un sospetto.
Trasparente diventa a momenti
o putrida
come catrame.

Non so liberarmi
non ho soluzione
ne rimango invischiata.
Rinuncio e depongo le armi.

Eravamo insieme,
una volta.

                     Silk

Eccolo... eccolo che arriva... il nervoso sotto pelle.... ho pregato
per resistere senza andare in bestia...ma non credo di potercela fare... mi viene da piangere...

giovedì 31 marzo 2005

Uno degli argomenti hot che trovo sui blog e' l'Amore in tutte le sue
sfaccettature...beh, niente di strano, ci accomuna tutti quanti: uomini
e donne, poveri e meno poveri (i ricchi non amano!), sfigati e bastardi
(che in genere stanno accoppiati uno per tipo!). In questo yin yang dei
sentimenti io al momento sono sola... ops single (che imperdonabile
defaillance!), si dice ssssssSINGLE nel terzo millennio... visto come
lo dico bene?
Tutto sommato, non mi dispiace non avere una relazione... tempo per
pensare a cio' che davvero voglio, vivendo con i ritmi che voglio...
Minchia!!!! Sento gli sghignazzamenti da qui mentre dite: "seeeh,
macchicazzovuoiprendereperilculo?" Ok, Ok, calma gente, non
spingete!
Pero' mi fa pensare... mi fa pensare questo fatto che sia stata coniata
una parola (anche abbastanza da fighetti) come SINGLE per definire
questo stato transitorio. Sara' che forse, sotto sotto, in questo fantastico
e mirabolante terzo millennio, dove abbiamo tutto nel momento esatto in
cui lo desideriamo: il telefono che fa le foto... l'auto che ci da' idee
su dove andare e ci fa il percorso... il web con tante informazioni
quante mai ne potremmo immaginare... (poi magari non trovi proprio
quella che ti serve ma non importa, in fondo nel cuore siamo sempre
italiani e non sappiamo ne' l'inglese e ben poco di informatica!),
entriamo in casa ed il forno ci saluta mentre il frigo ci rimprovera e
la tele fa lo zapping in automatico, OH YEAH!
INSOMMA DICEVAMO(!!!): sotto sotto.. non e' che ci vergognamo di essere
soli e quindi preferiamo di gran lunga essere... SSSINGLE? Quindi c'e'
davvero differenza tra l'uno e l'altro?
Sparo questi quesiti nell'etere come Laika nello spazio, chissa' se
qualcuno coglie la palla...

mercoledì 30 marzo 2005

4________________


Purtroppo non ho oggi molto tempo per un post di quelli seri... ma una cosa la scrivo:
credo sia venuto il momento di tirarsi su le braghe e ricominciare a camminare eretti, per quanto a volte possa essere faticoso. Comincio a notare che forse le mie erano calate da troppo tempo e probabilmente non me ne ero nemmeno resa conto...
Oddio, non che in giro ce ne siano poche di persone con le braghe calate, non so da voi, ma dove lavoro io e' una vera e propria sfilata... che fa incazzare, che fa sorridere.... ognuno a modo suo.

Ok gente, vedo di togliermi dalla grande parata (o se proprio bisogna darlo via, che almeno non sia sfacciatamente a gratis!)
;-PPPPPP

Bye

martedì 29 marzo 2005

3________________


Dici che di un po' di ironia sei convinto io sia capace
abbandonando questa rabbia che non vuole darmi pace.

Allora, mio nuovo amico misterioso,
ti invito alla lettura di un sonetto assai famoso,
un gran pezzo di bravura per un personaggio valoroso.

Un uomo che, per le sue piu' alte convinzioni,
non ha paura di parlare guardando in faccia quei coglioni
continua ad alzar la voce credendo al suo ideale
seppure questo risulta, alla fine, a lui letale....

"Ballata del duello che a palazzo di Borgogna
il Sir di Bergerac ebbe con un ghiottone"

E' il titolo... adesso la canzone!

Ecco, ed io gitto con grazia il cappello,
poscia comodamente, pian pianino,
mi libero del mio vasto mantello
che mi attabarra, e lo spadon sguaìno.
Di Celandone piu' gentil, piu' fino
di Scaramuccia al gioco dello scocco
vi prevengo, mio caro paladino,
che giusto in fin della licenza io tocco.

Meglio v'era tacer, signor mio bello!
Dove t'infilzero', dimmi, tacchino?
Sotto il giubbetto, al fianco, ti sbudello?
Nel cuor, sotto l'azzurro cordoncino?
Tintinnano le cocce, odi che schiocco!
Si', certamente.... in mezzo nel pancino,
giusto al fin della licenza io tocco!

Mentre io vo' in cerca di una rima in "ello"...
tu rompi, bianco come un pannolino!
Vuoi forse darmi la parola: "agnello"?
E la punta io paro...
onde il festino ti pensavi di farmi, o malandrino!
Ecco: t'apro la via, chiudo lo sbocco...
su, reggi bene, guattero, l'uncino!
Giusto al fin della licenza io tocco.

Raccomandati a Dio, bel principino!
Ecco: io m'inquarto, io paro, io fingo, io scocco....
Eh, la'!
Prendi, piccino!
Giusto al fin della licenza io tocco!

Eh, eh, eh, lo so, forse sono stata un po' sleale.
Ma mi sento un po' Cyrano...
capace di esser gaia od un po' sentimentale.
In tutto questo spero solo... di non finire male!!!!

lunedì 28 marzo 2005

2_____________


La rabbia che morde dentro...
Bell'argomento la rabbia... non perche' sia una bella cosa, intendiamoci, ma in questo momento per me e' davvero una cosa che sta facendo la differenza.
La differenza nei rapporti con chi mi sta intorno (amici, parenti), la differenza con i miei colleghi, fa una enorme differenza con me stessa... e addirittura credo di poter dire che forse sia stata la molla a far scattare questa cosa di mettermi a scrivere qua sopra, su un BLOG!
Forse scrivo perche' posso dire quel che cazzo mi pare senza i limiti e i filtri del trovarsi inseriti in un ambiente sociale... quanto mi piacerebbe ridere in faccia al mio capo, mandare a monte i rituali familiari intorno alle feste&co., quanto mi piacerebbe urlare al mondo: NON ROMPETEMI I COGLIONI!
Quanto mi piacerebbe urlare e basta, anche senza dire niente.
Ma non posso, nessuno puo', siamo vincolati da delle cazzo di regole da mantenere e intanto dentro davvero la rabbia morde e mi fa male e piu' mi fa male e piu' cresce...
Cresce contro chi mi ha trattata male, cresce nei confronti di chi vuole importi la propria visione delle cose senza capire che sei troppo diverso, che quella vita li' ti fa venire da vomitare...
Sto usando tutta la rabbia che ho per cercare di cambiare le cose in un modo per me accettabile, di veicolarla, di renderla utile... mi ci aggrappo come fosse l'unica fune a trattenermi dal baratro, ma a volte e' talmente grande che esplode... e mi incazzo da sola!
Che scema, lo so, ma capita che se anche sono da sola in casa c'e' qualcosa che irrimediabilmente mi infastidisce, mi turba, perche' si aggroviglia e sputa veleno, e non vedo vie d'uscita...
E' che ho voglia di rivalsa, rivalsa su tutta la gente che si e' permessa di giocare con i miei sentimenti o con le mie capacita' professionali, gli inetti che evidentemente mi considerano una incompetente (o a cui forse faccio paura, chissa'), rivalsa nei confronti di chi pensa che valgo poco, che io sia una persona di serie B... da qui nasce credo tutta la mia rabbia.. o forse sono arrabbiata con me stessa perche' ho permesso, per ingenuita', per pazienza o per buonismo, che tutto questo potesse accadere.
Gia', forse sono io che non mi perdono. Ma se non perdono me stessa state sicuri che non perdonero' ne' tentero' di comprendere nessuno di quelli che mi ha portato a questo mio stato. Almeno per ora.

Minchia, rileggo e mi sembra di essere l'angelo vendicatore... don't worry, sono innoqua e un po' esaurita....

domenica 27 marzo 2005

1__________


Dunque, dunque...
Innanzi tutto, grazie a Dio, la Paqua e' quasi passata!
Detesto le feste, sono false, perche' dovremmo essere tutti felici, sereni, amici, quando dentro ti continui a guardare in cagnesco?
Esprimiamo il nostro "cagnesco" punto e basta no?
Il bacio di Giuda, ecco cosa mi e' venuto in mente quando venerdi' una collega che mi detesta (e ricambio in pieno il sentimento) e' maledettamente venuta a farmi gli auguri di una buona Pasqua a me e famiglia... ma dico: MA CHI CAZZO TE LI HA CHIESTI I TUOI MINCHIA DI AUGURI??? Poi, secondo me, porta anche un po' sfiga!
Vabbe'.
Morale: passo la Pasqua in famiglia (per fortura siamo proprio in pochini, i soliti quattro gatti della domenica) e come da sempre tutto secondo copione: i miei che si azzuffano perche' la pasta e' al dente o troppo cotta o un altro motivo qualunque, la tele troppo alta che serve ad evitare di dover avere un dialogo e io che mi becco la mia dose perche' "non mangi proprio niente, ma non vedi che faccia che c'hai?". E perche'? Che faccia c'ho? Sempre la stessa faccia di merda di sempre, vorrei rispondere, e invece alzo gli occhi, sbuffo un po', non dico niente ed intanto davvero mi passa completamente l'appetito.
Ragazzi... se potete, godetevi almeno la Pasquetta, se almeno ci sara' un po' di sole!
Temo che anche domani mi aspettera' un altro pranzo familiare....AAARGHHHH!!!!

Ah, dimenticavo.... BUONA PASQUA!