lunedì 10 ottobre 2011

Un'altra stagione




Arriva sempre.


Arriva sempre un giorno in cui tira un vento da bufera,


l'aria e' frizzante ed il cielo di un azzurro talmente intenso da mancare il fiato.


Arriva sempre il giorno in cui camminando in mezzo a mulinelli di polvere e foglie,


stringendosi addosso una giacca leggera, si e' in balia dell'intorno.


E si sente odore di nuovo e di fine.


Arriva sempre.


E quando e' passato si alzano gli occhi.


Si guardano i rami.


E, all'improvviso, eccoli spogli.

venerdì 2 settembre 2011

Penso davvero di aver raggiunto il punto di saturazione maxima. Non ce la faccio piu! Qs anno, e per "anno" intendo da agosto 2010 ad agosto 2011, e' stato veramente ma veramente faticoso a tutti i livelli, fisico, emotivo e mentale.

Cercare casa per cominciare una nuova vita dovrebbe essere faticoso ma anche stimolante, alla fine bisognerebbe essere felici. Io invece son distrutta!

E' stato faticoso venire via dalla mia ex-casa che mi ha procurato non pochi pianti disperati mentre facevo pacchi e pacchetti. E' stato faticoso lasciare i miei due gattoni a mia sorella. Nonostante precedentemente me ne lamentassi ora ne sento la mancanza (dopo 10 anni) in maniera tangibile. E' faticoso trovarmi da sola ogni volta che il mio compagno se ne va in trasferta (quando per 3 anni non si e' mai mosso, ed ora e' via almeno una sett al mese!). Sospetto che la convivenza lo stia rendendo progressivamente allergico alla sottoscritta!

Insomma: sto facendo una fatica nera! Nerissima! Son stanca e francamente non riesco ad essere molto positiva.

Dovrei pensare a tutto quello che e' stato affrontato e superato, ed invece spesso mi sento i nervi a pezzi, il nodo in gola col "piantillo" li' a due passi e una lite col fidanzato alle porte.


Non so... forse e' normale, forse e' solo immensa stanchezza (da parte di entrambi ovviamente), pero' ci accapigliamo come mai abbiamo fatto in qs cinque anni e devo essere sincera che ci sono momenti in cui mi sento piu' sola che mai.

giovedì 4 agosto 2011

Ogni volta che si vuole ottenere qlcosa, per avere di piu' o per farsi le proprie ragioni, si deve fare i conti con un po' di agitazione. Almeno per me. E' la mia vita. Perche' significa che qlcosa sta cambiando o cambiera'. Ma ieri sera a letto pensavo che innanzitutto non e' possibile che le cose non cambino mai, soprattutto nelle piccolezze; ma, piu' importante, e' meglio cavalcare un po' di agitazione ed ottenere il risultato che non avere l'agitazione ma tenersi il nervoso o l'apatia continuando a subire (ed avendo alla fine l'ansia).


Nella vita si subisce sempre un po', e' inevitabile, ma ci deve essere un minimo equilibrio con il farsi le proprie ragioni.


Cosi' ho immaginato che subire equivale a scappare, mentre farsi le proprie ragioni equivale a girarsi e guardare in faccia a quel che sta succedendo. Insomma, affrontare le cose, anche se con un po' di paura, guardarle, capirle e risolverle significa far diventare l'ansia piccola piccola. Una cosa da poco.

Devo aver fatto centro, perche' ieri sera con questo pensiero mi sono acquietata ed addormentata.


L'insegnamento e': se ti insegue un enorme dragone trova il coraggio di voltarti, potrebbe esserci solo un bruchino!

mercoledì 22 giugno 2011

Ci sono giorni in cui una donna ha solo voglia di un uomo che non ti chieda niente e ti dia esattamente quello che vuoi.

martedì 21 giugno 2011

Ci sono giorni in cui non hai proprio voglia. In generale.

Avrei solo voglia di dormire per estraniarmi dalla realta' e non sapere che soffro di ansia e non avere le solite paure.... In realta' a volte faccio brutti sogni per cui non e' cosi' vero che mi estraneo... ma almeno dormo.

giovedì 26 maggio 2011

Io e me stessa


L'unica persona con cui devo convivere per sempre sono io stessa.Sara' banale ma in questo momento per me e' profondamente una rivelazione.

Si convive coi genitori finche' non si prende la propria strada.

Si convive con la sorella finche' non e' naturale fare ognuna le proprie scelte di vita.

Si convive con il fidanzato / marito... finche' dura! Altrimenti si sciolgono il patto e gli interessi.

Ma con se stessi si fanno i conti tutta la vita, con te stesso non ti lascerai mai. Quando ti lasci e' finita sia la gioia sia la sofferenza.

Non e' vero che ci si puo' lasciare da se stessi, anche il piu' depresso dei depressi o il piu' ansioso degli ansiosi continuano a fare i conti con loro stessi e con il loro malessere. Ma non si "autolasciano" perche' qs non e' proprio possibile.

Significa che hai sempre una persona unica e irripetibile su cui contare. Ho cercato approvazione da mia sorella, dal mio fidanzato, dalla psicologa, da medici, colleghi, amici.... ma dopo un po' ne hanno a basta e io mi sento sempre sola e incompresa.

"Nessuno che mi capisce e dopo un po' ecco che mi abbandonano...", ma la verita' e' che anche quando non mi abbandonano, non mi basta, e allora? Perche', volenti o nolenti, si e' entita' separate.

Ma io e me stessa no. Sono e saro' sempre con me.

E allora mi devo trattare bene e rispettare. Ed ho il diritto di protestare alzando la voce, non stando male, facendomi le mie ragioni.

Ho il diritto e il dovere di divertirmi, di gratificarmi, di fare cio' che mi fa stare bene, di curarmi, di non negarmi di vivere perche' cmq non muoio di ansia (e l'ho piu' che mai testato e lo so bene) ed intanto lascio passare la vita senza divertirmi e assaporarla davvero.

E la vita dura un attimo, qs e' la verita' ed io la sto sprecando se continuo a cercare la compagnia, l'approvazione e la comprensione in altri invece che dall'unica persona che puo' darmi cio' che voglio profondamente. Me stessa.

Tutto il resto e' un dono.

martedì 19 aprile 2011

Questo e' un momento un po' difficile, bello, ma un po' difficile.

Cambiando casa (e completamente abitudini) pensavo che avrei dato un bello smacco alla mia ansia.... e' di qs giorni invece un bello scombussolamento... la mancanza di controllo sugli oggetti.... lo so lo so che dovrebbero essere minchiate, eppure mi mandano in tilt, sono fatta cosi'. Dovrei pensare positivo e dirmi che e' una situazione temporanea, che ci si sistema un poco alla volta che gli scatoloni spariranno, che lo spazio lo creeremo con nuovi arredi... eppure ho fatto tilt. Forse perche' come il mio solito vorrei tutto e subito a posto in un batter d'occhio sentendomi possibilmente anche comoda e a mio agio...

Quando non avevo le mie cose imputavo questa insofferenza alla mancanza delle mie cose, adesso che le ho la imputo al fatto che manchino mobili per organizzarle al meglio. E se una volta che ci saranno anche quelli qs sensazione non passasse? Qs ansia? Cosa faro'?

venerdì 25 febbraio 2011

I need - 24/02/2011


Non voglio trovare scuse,

non voglio piu' chiedere scusa,

non voglio nemmeno piu' sentirmi in colpa...

Sono cosi',

questa,

con le mie paure, emozioni, tensioni.

Non voglio piu' promettere che riusciro' in imprese impossibili

un giorno... ma quale giorno?


La realta' e' che quando soffri,

tanto,

non puoi dimenticare.

Puoi solo continuare

sapendo,

prima o poi, di nuovo di cadere,

e che ti devi rialzare ancora.


Sono stanca di non sentirmi a casa

con me stessa.

Mi manca il mio corpo

da molto tempo.

Ho voglia di non avere piu' paura,

di essere libera nei miei pensieri.

Ho voglia di avere orizzonti piu' ampi

e un poco d'aria oltre che di riposo.

Ho voglia di essere compresa,

non compatita,

anche da me stessa.


Vorrei capire qual e' la chiave giusta,

la chiave di volta,

che fa la differenza.
Ammetto di essere una persona abbastanza assurda. Per esempio?

Ho cercato casa per mesi, ne ho trovata una passabile (non l'ideale), stavo quasi per concludere che mi viene un'ansia pazzesca. Invento una balla e riesco a disfare il tutto senza conseguenze e ritorno a essere calma.

Dopo un po' comincio di nuovo a essere insofferente e a voler fare un cambio radicale nella mia vita.

Ricomincio a cercare casa.

La trovo, qs volta e' davvero quella ideale al 95% (manca solo l'ascensore sigh!)

La compro.

Trasloco.

Mi riviene un ansia pazzesca e mi sento spaesata

Mi manca la mia vecchia casa!


Penso di essere un caso senza speranza.....

giovedì 13 gennaio 2011

Egr. Sig. M,

affido questa mail alla rete con la quasi certezza che non Le arrivera' mai ne' mai la leggera', in ogni caso ci tengo ugualmente a scriverLe per ringraziarLa. E' ovvio che le Sue azioni siano spinte principalmente da interessi economici, ma credo che anche Le stia un po' a cuore questa nostra povera Patria per cui nessuno fa niente e chi ci prova non ho dubbi che si trovi ad affrontare "uno sforzo sovrumano". La ringrazio e ammiro per cercare di cambiare le cose, impresa mai facile o senza controversie neppure nella piu' piccola delle realta'. Continuare a lamentarsi e basta e' piu' facile e consuma meno energie. Mi perdoni se La vedo come un supereroe moderno senza mantello e calzamaglia ma provvisto di una intelligente tenacia. Grazie per saper comunicare in un modo semplice, diretto, chiaro e lineare tra tanti che invece non sanno o non vogliono farlo. Non ho l'eta' per aver partecipato a lotte sindacali, non sono una operaia, non sono indubbiamente un alto livello, ma semplicemente una impiegata che cerca, nel suo piccolo, di ragionare autonomamente su cio' che accade.

Penso che Lei possa davvero fare la differenza nel Suo tempo ma anche oltre, come l'effetto di un'onda lunga.


Se dovesse mai arrivarLe questa mail, La prego vivamente di perdonare il disturbo arrecato.

Con i piu' cordiali saluti.

mercoledì 12 gennaio 2011

A VOLTE....


Una piccola risposta

da tempo assai dimenticata,

o che sembrava ormai riposta

a volte arriva, trova la strada.


Di domande ne fai tante,

tutte legittime esigenze,

non riesco a essere andante,

faccio molte resistenze.


Chissà se sai quanto mi pesa

questo mio fardello strano,

che è una sorta di difesa

ma non porta neppur lontano.


Quante cose vorrei fare...

tante, troppe e mai nessuna,

bisognerà pur cominciare

a tentarne almeno una!


E se la forma è dissacrante

forse è proprio un'ironia

che per poter essere andante

si vada all'Opera in allegria!