venerdì 8 febbraio 2013

A un certo punto mi son trovata dall'altra parte, e non so ne' quando ne' come sia successo.
Dall'essere tormentata, sono passata a capire le ragioni che un tempo sentivo pronunciare dai miei genitori facendomi ribollire il sangue...
E' difficile da spiegare, ma me ne rendo conto quando ascolto o affronto dilemmi miei o di altri sulla vita (quella pratica: spese, famiglia, matrimonio, casa, tempo che manca...) in generale.
Vuol dire essere diventati adulti? Forse vuol dire essersi standardizzati al sistema.
C'e' un solo ambito dove ancora riconosco come un tempo ero (come forse siamo stati tutti), ed e' il lavoro. Dove non accetto la mancanza di soddisfazione, le regole del "morte tua, vita mia", del rimanere oltre l'orario (anche se non necessario o inutile) perche' e' cosi' che si ottiene un avanzamento....
 
Deduco che probabilmente la mutazione in "persona adulta" non e' ancora completa!

2 commenti:

  1. Qualcuno nasce adulto,qualcuno lo diventa, molti,fortunatamente rimangono immutabili nel tempo anche se le sembianze cambiano (io non ho più la coda,ma una meravigliosa pelata).Crescere è triste,la felicità è vivere da trentenne con l'esperienza di un sessantenne.
    Ciao,fulvio

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  2. eppure sì, credo sia questo, il diventare adulti.
    e sai qual è il trucco? che adulti fino in fondo, in tutto e per tutto, non lo si è poi mai.

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