venerdì 8 marzo 2019


La verità è che sono triste. Molto triste.
Un paio di settimane fa mio papà è caduto in casa e si è rotto la 4’ vertebra lombare. In più 4, 5 giorni fa si è svegliato al mattino confuso e dicendo cose senza senso (pure lui!). Ecco, adesso la situazione (già bella tosta) si fa ancora più tosta. Se mio papà cede (e prima o poi, dato che ha 82 anni, succederà) non ci salviamo più.
Mia sorella già accenna a voler mettere mamma nella sez. Alzheimer del pensionato.
Io tremo al solo pensiero di farla finire così, che in un mese l’ammazzano.
Sono triste, e preoccupata e ciononostante so che perdere le persone a noi vicine è un passo obbligato. Che tutti ne farebbero a meno ma non è possibile. Di lì si deve passare e tutti prima o poi dovremo morire.
Considerazioni tristi per pensieri tristi.
Secondo me sarebbe più umano almeno tentare la strada di tenerla a casa sua con due persone dedicate 24h su 24. Almeno tentare.
Non so come andrà a finire… non bene ma vorrei nel modo più sereno per tutti almeno.
Ma vista la struttura e i rapporti nella ia famiglia temo che questo sia un vero miraggio.

E io intanto cerco di sopravvivere e di galleggiare, di dormire, di non piangere e abbattermi troppo. Cerco di rimanere razionale, di accettare, di dare retta a quel santo di Fulvio che mi rimane accanto e che spesso mi consiglia con la sua visione logica degli eventi e delle persone. Quello che non voglio è avere un altro esaurimento. Tornare a stare male, ad avere attacchi di ansia e panico. Farò di tutto per oppormi a questo, anche se può non essere compreso dagli altri, anche se significa stare da parte o farmi sbattere il telefono in faccia.
In ciò che posso fare posso arrivare solo fino ad un certo punto, oltre devo tutelare me stessa.

5 commenti:

  1. Fai bene a tutelare te stessa e a farlo prima che la corda si spezzi.

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    1. Grazie dell'appoggio. Spesso mi sento in colpa nella consapevolezza di non fare abbastanza. Il problema è che cmq non basta mai. Per questo bisogna mettere dei paletti.

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    2. Di nulla, figurati.
      Per esperienza personale ho deciso di accudire mia mamma (abitavamo insieme) anche durante gli anni della sua malattia (Parkinson).
      Lo rifarei, ora non c'è più, ma ti posso assicurare che è stata un'esperienza snervante, dura (anche con l'aiuto di una badante in gamba e umanissima).

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    3. E' veramente triste che si debba vedere questa decadenza in qualcuno a cui si vuole bene. Mette alla prova su molti fronti e io so di non essere particolarmente forte.
      Senza contare il discorso badanti che è un mondo a parte.
      :-(

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  2. è una scelta difficile, e ancora più difficile è gestire le quotidianità, poi, da lì in poi, ogni singolo giorno... il tempo, le energie, la volontà, l'impegno economico anche... è davvero difficile affrontare la demenza senile...

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