Ammetto di essere una persona abbastanza assurda. Per esempio?
Ho cercato casa per mesi, ne ho trovata una passabile (non l'ideale), stavo quasi per concludere che mi viene un'ansia pazzesca. Invento una balla e riesco a disfare il tutto senza conseguenze e ritorno a essere calma.
Dopo un po' comincio di nuovo a essere insofferente e a voler fare un cambio radicale nella mia vita.
Ricomincio a cercare casa.
La trovo, qs volta e' davvero quella ideale al 95% (manca solo l'ascensore sigh!)
La compro.
Trasloco.
Mi riviene un ansia pazzesca e mi sento spaesata
Mi manca la mia vecchia casa!
Penso di essere un caso senza speranza.....
venerdì 25 febbraio 2011
giovedì 13 gennaio 2011
Egr. Sig. M,
affido questa mail alla rete con la quasi certezza che non Le arrivera' mai ne' mai la leggera', in ogni caso ci tengo ugualmente a scriverLe per ringraziarLa. E' ovvio che le Sue azioni siano spinte principalmente da interessi economici, ma credo che anche Le stia un po' a cuore questa nostra povera Patria per cui nessuno fa niente e chi ci prova non ho dubbi che si trovi ad affrontare "uno sforzo sovrumano". La ringrazio e ammiro per cercare di cambiare le cose, impresa mai facile o senza controversie neppure nella piu' piccola delle realta'. Continuare a lamentarsi e basta e' piu' facile e consuma meno energie. Mi perdoni se La vedo come un supereroe moderno senza mantello e calzamaglia ma provvisto di una intelligente tenacia. Grazie per saper comunicare in un modo semplice, diretto, chiaro e lineare tra tanti che invece non sanno o non vogliono farlo. Non ho l'eta' per aver partecipato a lotte sindacali, non sono una operaia, non sono indubbiamente un alto livello, ma semplicemente una impiegata che cerca, nel suo piccolo, di ragionare autonomamente su cio' che accade.
Penso che Lei possa davvero fare la differenza nel Suo tempo ma anche oltre, come l'effetto di un'onda lunga.
Se dovesse mai arrivarLe questa mail, La prego vivamente di perdonare il disturbo arrecato.
Con i piu' cordiali saluti.
affido questa mail alla rete con la quasi certezza che non Le arrivera' mai ne' mai la leggera', in ogni caso ci tengo ugualmente a scriverLe per ringraziarLa. E' ovvio che le Sue azioni siano spinte principalmente da interessi economici, ma credo che anche Le stia un po' a cuore questa nostra povera Patria per cui nessuno fa niente e chi ci prova non ho dubbi che si trovi ad affrontare "uno sforzo sovrumano". La ringrazio e ammiro per cercare di cambiare le cose, impresa mai facile o senza controversie neppure nella piu' piccola delle realta'. Continuare a lamentarsi e basta e' piu' facile e consuma meno energie. Mi perdoni se La vedo come un supereroe moderno senza mantello e calzamaglia ma provvisto di una intelligente tenacia. Grazie per saper comunicare in un modo semplice, diretto, chiaro e lineare tra tanti che invece non sanno o non vogliono farlo. Non ho l'eta' per aver partecipato a lotte sindacali, non sono una operaia, non sono indubbiamente un alto livello, ma semplicemente una impiegata che cerca, nel suo piccolo, di ragionare autonomamente su cio' che accade.
Penso che Lei possa davvero fare la differenza nel Suo tempo ma anche oltre, come l'effetto di un'onda lunga.
Se dovesse mai arrivarLe questa mail, La prego vivamente di perdonare il disturbo arrecato.
Con i piu' cordiali saluti.
mercoledì 12 gennaio 2011
A VOLTE....
Una piccola risposta
da tempo assai dimenticata,
o che sembrava ormai riposta
a volte arriva, trova la strada.
Di domande ne fai tante,
tutte legittime esigenze,
non riesco a essere andante,
faccio molte resistenze.
Chissà se sai quanto mi pesa
questo mio fardello strano,
che è una sorta di difesa
ma non porta neppur lontano.
Quante cose vorrei fare...
tante, troppe e mai nessuna,
bisognerà pur cominciare
a tentarne almeno una!
E se la forma è dissacrante
forse è proprio un'ironia
che per poter essere andante
si vada all'Opera in allegria!
Una piccola risposta
da tempo assai dimenticata,
o che sembrava ormai riposta
a volte arriva, trova la strada.
Di domande ne fai tante,
tutte legittime esigenze,
non riesco a essere andante,
faccio molte resistenze.
Chissà se sai quanto mi pesa
questo mio fardello strano,
che è una sorta di difesa
ma non porta neppur lontano.
Quante cose vorrei fare...
tante, troppe e mai nessuna,
bisognerà pur cominciare
a tentarne almeno una!
E se la forma è dissacrante
forse è proprio un'ironia
che per poter essere andante
si vada all'Opera in allegria!
giovedì 2 dicembre 2010
Lettera impossibile:
Caro Babbo Natale, vorrei che ci fosse piu' serenita' intorno e dentro me. Vorrei che finalmente piu' persone sapessero fermarsi e sapessero leggere le facce. Saper leggere le facce e' importante perche' si capisce come sta qualcuno, cosa prova, cosa sta affrontando. Vivo in un ambiente distratto e malsano, tutto storto, dove i piu' semplici valori sono completamente ignorati o alterati. E' un ritratto del mondo moderno, niente di nuovo, ma mi manca l'ingenuita' o l'illusione di pensare che esistano ambiti diversi dove ci sia la collaborazione e la comprensione. Credo che questa mancanza si chiami "vecchiaia" ma ancora probabilmente sono troppo "giovane" perche' penso stupidamente che "il sistema" possa in qualche modo cambiare, che si possa parlare con le persone, che le differenze di classe possano essere superate grazie all'intelligenza, alla cultura e soprattutto alla sensibilita'. Ma non e' vero, non e' cosi'. Bisogna prenderne atto e in qualche modo lasciarsi scivolare addosso il disgusto sapendo che non esiste posto al mondo dove non ci si debba scontrare con esso. Mio caro Babbo, mi chiedo alla luce di questi fatti come si possa mettere al mondo un figlio in tempi simili, con che criterio si fa questa scelta. Babbo, se puoi, solleva le mie spalle, ridammi il sorriso e togli la tristezza che mi trafigge l'anima. E' brutto dover constatare l'ipocrisia, perche' sbatterci contro la faccia toglie il velo di legittimo dubbio che forzatamente vogliamo che rimanga perche' consente di alzarsi la mattina.
lunedì 29 novembre 2010
Da molto non scrivo. E' un momento in cui mi sento sola. E ci si puo' sentire soli anche in famiglia, in coppia, o circondati da persone. Mi sento sola dentro e vorrei un po' di romanticismo, vorrei un po' di magia per aggiustare tutto. Vorrei poter abbandonare il nervosismo che spesso mi prende, vorrei poter credere alla buona fede delle persone, vorrei non aver sprecato inutilmente troppo tempo... ma probabilmente e' anche vero che, per come sono fatta, ho bisogno di andare profondamente in crisi per cambiare la mia vita e prendere decisioni da troppo tempo rimandate e per avere il coraggio di vedere che le situazioni e le persone sono un po' diverse dall'immagine che IO gli avevo costruito intorno. E cosi' mi ritrovo ad essere molto arrabbiata con mia sorella e con me stessa (e a sopportare ben poco entrambe!). Sara' arrivato il momento in cui le vite mia e di mia sorella si separino ed ognuna continui (se possibile serenamente) per la propria strada perche' si ha necessita' di avere il proprio spazio ed indipendenza, nonostante la mia solita nostalgia mi porti a ricordare tutto il tempo e le risate e la danza condivisa!
E' un po' come morire questa tristezza che mi piglia, ma anche questo nervoso, e questa voglia di liberta' e indipendenza che con forza si impone facendomi sentire la gola stretta, l'oppressione e l'ansia.
Ecco, siamo quasi a Natale. Non ricordo esattamente il desiderio dello scorso anno (credo fosse "semplicemente" quello di stare bene). Per quest'anno caro Babbo vorrei sentirmi finalmente libera.
martedì 28 settembre 2010
Ebbene, questo e' un altro di quei momenti bui che mi tocca attraversare. avrei dovuto affrontare ben prima certi "nodi" sulla mia strada, ma pazienza, le cose si affrontano quando ci e' dato di poterle affrontare con la forza giusta e nel momento giusto.
Devo ammettere che e' dura pero', proprio dura, anche quando le cose che succedono sono cose belle. Ma che schifezza e' la vita? Oggi riprendo il mio corso di tap. Sono contenta, oltre ad entrate extra potro' continuare il lavoro iniziato. Gli allievi meritano di poter imparare un po' di piu' dato che l'anno scorso erano rimasti penalizzati dall'arrivo tardivo delle scarpe. E come si fa a fare tip tap senza le scarpe da tip tap? Per un po' si fa correggendo comunque gli errori, pero' poi e' dura anche li'.
Vedremo.
Continuo a dire "vedremo", mi sembra una parolina magica che mi consente di attendere senza farmi sospirare troppo e addolorare troppo. "Vedremo" attualmente mi sembra una formula che garantisca il lieto fine delle cose. "vedremo" significa che comunque vada sara' passata la bufera, ci rialzeremo in piedi, saremo li' a guardare e un altro po' di tempo sara' passato. "vedremo" e' quasi anche una garanzia a posticipare cose che invece dovrebbero essere affrontate e non se ne ha proprio voglia. "vedremo" e' la vita ch ti sfugge, che ti cambia tra le dita. E' quella parte che non puoi decidere ne' controllare fino in fondo. "vedremo" e' esorcizzare l'imprevisto che un po' ti fa paura e a cui sai che stai andando incontro. "vedremo" e' il modo giusto perche' chissa' cosa c'e' ad aspettarti dietro l'angolo e ti costringe ad essere malleabile.
Ho intrapreso una strada, ho scelto di intraprenderla, ho combattuto e discusso per questa scelta, non ho mollato anche se mostrare quanto cuore si mette dentro alle cose non e' sempre facile soprattutto con chi sta piu' vicino. E' un paradosso, ma e' sempre stato cosi', forse per questo ad un certo punto le emozioni, i desideri e le delusioni sono esplosi cosi' violentemente per uscire a farsi vedere. Vorrei urlare tutti i dubbi, vorrei prendere a calci un sacco per la boxe e invece devo pazientare, ci sara' il momento dell'azione. Lo "vedremo".
mercoledì 1 settembre 2010
Penso che quando si incontra una persona nuova che ci piace il fatto di essere un po' sulle spine sia la conseguenza di voler apparire perfetti o quantomeno migliori di quello che siamo, insomma senza difetti (anche estetici). Poi dopo un po' che si sta insieme c'e' da una parte la piacevolezza di essere compresi e dall'altra ahime' le magagne che nel frattempo son saltate fuori (un difettuccio di qua, un difettuccio di la') et voila' siamo scesi dal piedistallo dove eravamo stati innalzati dal nuovo partner ad un livello di comune normalita'. Fatte le debite concessioni alla genericita' della descrizione, credo che questa sia la maggiore causa del naufragare dei rapporti, dell'adulterio, del venir meno alla comunicazione, dell'apatia e routine in generale. Insomma, non ci si sente piu' considerati speciali. E' per questo che mi viene difficile pensare che sia possibile stare con la stessa persona per una vita intera. Che ci sia una ed un'unica persona sempre giusta in ogni fase quando l'essere umano cambia cosi' tanto. Eppure poi finisce (quasi sempre) che qlcuno con cui invecchiare lo si trova.... come si spiega?
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